domenica 17 novembre 2013

...GENTE D'AUSTRALIA, GENTE D'ALTRO MONDO

Sono in Australia dunque parliamo degli australiani.
Estremamente gentili, nulla da dire. Ed estremamente ordinati nel loro modo di vivere...A volte fin troppo per la mia italianità, me ne rendo conto.
Per strada si scusano se, involontariamente camminando, incrociano la tua traiettoria. Ci sono "due corsie" anche per i pedoni sui marciapiedi. Le file sono file e nessuno si sogna di passare davanti agli altri per nessun motivo. L'altro giorno ho chiesto se c'erano ancora biglietti per un evento che mi interessava vedere e la ragazza si è scusata 10 volte perchè erano esauriti. Ma mica era colpa sua! Questa è una caratteristica molto inglese che ho notato negli australiani, si scusano anche per cose di cui non hanno assolutamente colpa.

Giusto per essere un pò più consapevole del mondo animale che mi circonda, sto leggendo un libro sulla fauna australiana e mi sono soffermata su un articolo che parlava dei coccodrilli. Il coccodrillo di acqua salata sembra essere l'unico animale capace di terrorizzare persino gli australiani...che di solito sono capaci di ridere di tutte le cose che a me spaventano tantissimo. Effettivamente qui ci sono delle creature alquanto inquietanti...l'altro giorno parlavo con un ragazzo che è stato nell'Outback e mi ha detto in tutta tranquillità (e sorridendo) che con un semplice colpetto di dito si è levato uno scorpione dall'avambraccio e che quando si incontra un serpente o ragno (in grado di ucciderti all'istante) basta semplicemente non avvicinarsi...
Penso che sto davvero imparando molte cose qui.
E mi chiedo: effettivamente, a chi gliene può fregare di quanti soldi si fanno a Hong Kong o a Singapore quando si hanno cose del genere di cui preoccupasi?

Bene affrontiamo ora un altro argomento che io ignoravo totalmente nella mia vita, ma che qui sembra di vitale importanza: il CRICKET. Ogni volta che accendo la radio c'è un telecronista che strilla e i pub sono spesso pieni di australiani immobilizzati dalla visione sul maxischermo di qualche competizione di questo surreale sport.
Mi sono fermata a guardare e ho cercato di comprendere, ci ho provato con tutta me stessa, ve lo giuro.
Ma credetemi è impossibile capire come questo sport possa far divertire milioni di individui, alcuni dei quali si svegliano e affrontano (grazie a questo) la vita con coraggio.
Penso sia l'unico sport al mondo in cui gli spettatori bruciano le stesse calorie dei giocatori.
E l'unica attività nella quale ti puoi vestire di bianco dalla testa ai piedi e ritrovarti pulito alla fine della giornata come lo eri all'inizio. Eppure gli australiani impazziscono per questo sport. MAH.

Oggi piove. Ne ho approfittato per pianificare un pò i miei prossimi spostamenti...Ho buttato giù un bell'itinerario per i prossimi mesi, che condividerò e renderò pubblico nei prossimi giorni. Ho ancora un mese e mezzo per mettere da parte i soldi lavorando qui ...e poi...si parte!! Non vedo l'ora.


Un pò di reportage fotografico...

"Scusate oggi siamo chiusi" in the aussie style ;-)



New lifestyle....Beach addicted :-)








Quanto amo le macchine qui! Si trovano esemplari dell'anteguerra...



E si trovano anche simpatici ospiti sul balcone...



venerdì 8 novembre 2013

....IL RITORNO ALL'ESSENZIALE

Mi rendo conto che sto assaporando nuovamente il piacere di viaggiare solitaria. 
Senza dover rincorrere nessun gruppo e nessuna persona. 
Con i miei ritmi, fermandomi quando ne sento il bisogno. Mi prendo il mio tempo per fotografare, per riposare e mangiare, per contemplare con calma. 
Inoltre, ogni tanto, un pensiero improvviso, una visione, un suono, un colore, una faccia. Mi blocco e prendo appunti dominata dal mio incontrollabile e frenetico bisogno di mettere nero su bianco. O tento di scrivere anche mentre pedalo, annotando parole deformi e quasi indecifrabili che si adeguano mansuete allo sconnesso fondo stradale e ai miei precari equilibri. 
Rifletto. 
Non bisogna mostrarsi eroici a tutti i costi. Sto imparando a viaggiare con le mie paure, frustrazioni ed entusiasmi. 
Dalle proprie avventure e dal proprio modo di vivere l'esperienza del viaggio ci si rende conto che il vero viaggiatore non è colui che si affanna per arrivare a una meta, ma chi riesce ad assaporare il percorso che si compie per raggiungerla. Il luogo dove vorremmo già essere, il posto che ci attende. Ma nel mezzo, tra ciò che si lascia e ciò che si va a cercare, le emozioni del passaggio, gli occhi che osservano e il cuore che batte. Nel mezzo, spesso, c’è la verità e l'onestà dell'itinerario.

Cesare Pavese diceva che viaggiando ci si obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. In questo senso il viaggio è una brutalità. 
Ci si sente costantemente fuori equilibrio. 
Hai la percezione che nulla ti appartenga, tranne le cose essenziali – l’aria, il sonno, i sogni, il mare, il cielo.



Sto ritornando all’essenziale. Che sensazione meravigliosa.